L'intervento del Presidente Sturani al convegno Leopolda Marche di Loreto

La proposta contenuta nel progetto educativo "La Buona Scuola" presentato il mese scorso dal presidente del Consiglio Matteo Renzi di inserire in maniera
organica un'ora a settimana di attività sportiva e motoria nella scuola primaria è UN'ECCELLENTE NOTIZIA per il Paese, per la scuola e soprattutto per i ragazzi.

In Italia, se vogliamo costruire una cultura sportiva VERA e NUOVA non possiamo che  partire dalla scuola primaria.

È bene ricordare che siamo l'unico paese europeo che ancora non ha tra le materie curriculari l'educazione fisica nella scuola primaria, ma viene
inserita nei vari POF.

L'Italia è l'ultimo paese in Europa per numero di ragazzi che praticano sport e attività motoria, dove la sedentarietà raggiunge il 38% della popolazione; di
converso siamo il paese con il più alto numero di bambini obesi e in sovrappeso con il 33%Questi due dati sono le facce della stessa medaglia. E la nostra regione sta nella media nazionale.

Nella ricerca CONI ISTAT è stato calcolato che ad ogni aumento di un punto percentuale di praticanti sportivi corrisponde un risparmio di 200 milioni di euro al Paese di minori spese sanitarie e sociali.

Quindi bene il progetto "La Buona Scuola".

Ma se è possibile avanzare proposte, come tra l'altro richiesto dal Governo, vorrei portare qualche contributo.

PRIMO: il progetto prevede un'ora alla settimana di educazione fisica dalla seconda alla quinta della scuola primaria. Ma perché non iniziare anche dalla prima? D'altronde ci sono studi, esperienze e progetti in Italia, ed anche nelle stesse Marche, che prevedono già l'attività motoria a partire dalla prima classe della primaria e addirittura anche dalla scuola materna (vedi studio dell'Università di Mantova ed esempio Provincia di Macerata).

SECONDO: il progetto prevede solo un'ora settimanale di educazione fisica. In Europa ci sono paesi che già realizzano, nella scuola primaria, almeno due o tre ore di attività sportiva a settimana. Ad esempio in Francia si fanno 108 ore all'anno di educazione fisica nella scuola elementare e 144 ore nelle scuole medie (cioè 3-4 ore alla settimana). In Svizzera, sempre nella scuola primaria, si svolgono almeno 30 minuti al giorno di attività motoria e sportiva. Visto che si parla di un progetto educativo rivoluzionario perché non prevedere ALMENO le due ore settimanali?

TERZO: per attuare questo progetto abbiamo bisogno di personale qualificato come i laureati in scienze motorie e diplomati ISEF che affianchino l'insegnante della scuola primaria. Non basta la buona volontà degli insegnanti di scuola primaria. Per coprire il fabbisogno nazionale ci vogliono 12.000 docenti.

In questi ultimi anni sono stati avviati progetti sperimentali che hanno cercato di costruire un'alternativa a questo ritardo culturale ed educativo di 60 anni del Paese; progetti con la partecipazione del CONI, del Miur, del Dipartimento dello Sport e degli enti locali.

Nelle Marche abbiamo avuto la presenza attiva anche della Regione; coinvolgendo, per un solo quadrimestre, la metà delle classi della scuola primaria. Ora dobbiamo fare un salto. Dobbiamo investire sui giovani. Dobbiamo investire sullo sport, cioè sul futuro del Paese. Consapevoli che ogni euro investito sullo sport significa poter risparmiare almeno 5 euro sulle spese sociali e sanitarie future del Paese. Tra le maggiori spese de "La Buona Scuola" ci devono essere anche gli insegnanti di educazione fisica e motoria.

Dove trovare le risorse? Ecco altre tre proposte. 

A- aumento aliquote fiscali per video giochi on line come i video poker (oggi pagano meno dell'1% di tasse)

B- far pagare la IUC è la TASI anche alle attività commerciali degli enti ecclesiastici

C- destinare lo 0,5% del fondo sanitario assegnato alle regioni per i progetti di prevenzione sui giovani (anche qui  è bene ricordare che a fronte di un 5% del fondo nazionale sanitario da destinare alla prevenzione, previsto dal ministero, le regioni spendono meno del 2%).

Per concludere:

Lo sport deve essere un diritto per tutti (e non solo per i giovani) consapevoli che lo sport è parte integrante delle politiche educative e di welfare locale.

 

Fabio Sturani

Presidente Coni Marche e componente Giunta nazionale