Una lezione di vita e di umiltà. È il tratto che ha distinto il ritorno, in una Jesi in festa, ieri 12 agosto, della campionessa di fioretto, Elisa Di Francisca, medaglia d’argento a Rio. A portarle il suo saluto anche il Coni Marche con il presidente Germano Peschini ed il delegato di Ancona Fabio Luna. “Abbiamo voluto condividere questo momento con Elisa, campionessa e donna eccezionale, ma anche con Giovanna Trillini, che allena Elisa e che è partita all’ultimo per Rio, sostituendo il tecnico Giulio Tomassini bloccato da problemi personali, con Annalisa Coltorti, preparatrice atletica e con il fisioterapista Simone Ricci”. Queste le parole del presidente del Coni, Germano Peschini, che prosegue: “Anche in quest’occasione Elisa si è dimostrata la fuoriclasse che è. Non sono solo le medaglie che porta al collo a fare di una persona un grande campione. I risultati sportivi che Elisa ha collezionato – afferma Peschini – non l’hanno cambiata. Ha mantenuto la sua umiltà, la sua disponibilità verso gli altri, la sua spontaneità, che la rendono così amata dal pubblico di sportivi e non”. Potrebbe essere proprio la sua istintività, però, a causarle qualche guaio con il Cio, per via della bandiera europea sventolata dopo la vittoria dell’argento. Potrebbe, infatti, arrivare una sanzione per la campionessa olimpionica jesina. “Si parla di una multa – annuncia Peschini –, anche se ancora non è stato deciso nulla. Ci sono delle regole ferree, anche se Elisa ha mostrato la bandiera a margine della premiazione e soprattutto quando era già scesa dal podio. È stato un gesto istintivo. Comunque vada sono certo che sia il Coni sia la Federazione italiana scherma si faranno carico di un eventuale provvedimento”. Perché, conclude Peschini: “Elisa è un vero fenomeno. Ha lottato come un leone sulla pedana della Carioca Arena 3 e ieri ha ringraziato tutte le persone che hanno contribuito al suo risultato. Ha ricordato i suoi maestri, tra cui Triccoli, ha parlato dei suoi momenti di debolezza e del modo in cui, grazie alla sua squadra di tecnici, è riuscita a superarli. Schiva ad ogni polemica. Insomma, un esempio positivo di sport, ma anche di vita”.
Gli atleti del penitenziario anconetano si sono esibiti nel corpo libero al termine della stagione 2016del progetto "Tutti in forma"
Sudore e fatica, non per raggiungere una medaglia, ma per trovare la forza di sorridere, imparare il rispetto della disciplina, di se stessi e degli altri, oltre all'opportunità di tenersi in forma e in attività. Oppure, per usare le parole di Pietro, uno dei detenuti del carcere di Montacuto: “Lo sport ci tiene vivi in queste celle fredde, in senso lato”.
Come ogni anno, il Comitato regionale ha portato lo sport nelle carceri marchigiane grazie al progetto “Tutti in forma”, nato nel 2012 in collaborazione con la Regione Marche, coinvolgendo ogni anno circa 450 detenuti.
A conclusione di un altro anno di attività, il penitenziario di Montacuto di Ancona è stato lo scenario per l’esibizione di corpo libero degli 8 detenuti che hanno frequentato gli allenamenti nei mesi scorsi, seguiti dalla allenatrice Tiziana Macaluso della palestra Total Fitness.
Per la direttrice della Casa circondariale di Ancona, la dottoressa Santa Lebboroni, "le attività sportive portano tantissimi benefici, sono essenziali per il trattamento dei detenuti, noi ci crediamo a questa essenzialità dello sport".
Un impegno finanziato puntualmente dalla Regione Marche. “Nei molteplici interventi per il settore sport – ha spiegato il dirigente della Regione Sandro Abelardi – non poteva mancare questo importantissimo intervento rivolto alle carceri. Per questo, il programma dello sport nelle carceri, svolto con la massima competenza dal Coni, è inserito nella programmazione quinquennale della legislatura, e viene sostenuto annualmente”.
Il Comitato marchigiano è stato tra i primi in Italia ad aver avviato progetti rivolti alle persone recluse. Ad Ancona, al penitenziario di Montacuto, oltre al corpo libero si pratica anche il calcio. Ad Ascoli, al carcere di Marino del Tronto, si svolgono allenamenti di rugby, calcio e corpo libero. A Fermo, in entrambe le sezioni del penitenziario, si svolge il corpo libero. Il Coni è poi presente con la danza sportiva nella Casa circondariale di Pesaro, sezione femminile, dove il 21 giugno scorso si è tenuta un’esibizione delle detenute a chiusura della stagione sportiva 2016. Calcio, corpo libero e yoga sono, infine, le discipline sportive che si praticano nelle due sezioni del penitenziario di Fossombrone. I corsi sono attivi nei mesi di aprile, maggio, giugno, settembre, ottobre e novembre. Inoltre, da due anni l’attività del Coni Marche è inserita all’interno dell’accordo nazionale tra Ministero di Giustizia e Coni per la promozione dello sport nei penitenziari.
“La presenza del Coni nelle carceri del territorio è un altro segno tangibile della volontà del Comitato olimpico, tanto a livello nazionale quanto a livello locale, e della Regione Marche di promuovere, attraverso la pratica sportiva e motoria tra i detenuti, il valore sociale, educativo e di integrazione dello sport”. Così dichiara Germano Peschini, presidente del Coni Marche.
I detenuti del penitenziario di Montacuto (Ancona) si esibiscono nel corpo libero al termine di un’altra stagione sportiva
Lo sport come veicolo di promozione ed integrazione sociale. È tra i principi fondamentali che guidano l’operato del Coni Marche. Ecco perché, come ogni anno, il Comitato regionale porta lo sport nelle carceri marchigiane grazie al progetto “Tutti in forma”, nato nel 2012 in collaborazione con la Regione Marche.
A conclusione di un altro anno di attività, giovedì prossimo, 28 luglio 2016, a partire dalle 10, il penitenziario di Monteacuto di Ancona diventerà lo scenario per l’esibizione di corpo libero dei detenuti che hanno frequentato gli allenamenti nei mesi scorsi.
Il Comitato marchigiano è stato tra i primi in Italia ad aver avviato progetti rivolti alle persone recluse. Ad Ancona, al penitenziario di Montacuto, oltre al corpo libero si pratica anche il calcio. Ad Ascoli, al carcere di Marino del Tronto, si svolgono allenamenti di rugby, calcio e corpo libero. A Fermo, in entrambe le sezioni del penitenziario, si svolge il corpo libero. Il Coni è poi presente con la danza sportiva nella Casa circondariale di Pesaro, sezione femminile, dove il 21 giugno scorso si è tenuta un’esibizione delle detenute a chiusura della stagione sportiva 2016. Calcio, corpo libero e yoga sono, infine, le discipline sportive che si praticano nelle due sezioni del penitenziario di Fossombrone. I corsi sono attivi nei mesi di aprile, maggio, giugno, settembre, ottobre e novembre. Inoltre, da due anni l’attività del Coni Marche è inserita all’interno dell’accordo nazionale tra Ministero di Giustizia e Coni per la promozione dello sport nei penitenziari.
“La presenza del Coni nelle carceri del territorio è un altro segno tangibile della volontà del Comitato olimpico, tanto a livello nazionale quanto a livello locale, e della Regione Marche di promuovere, attraverso la pratica sportiva e motoria tra i detenuti, il valore sociale, educativo e di integrazione dello sport”. Così dichiara Germano Peschini, presidente del Coni Marche.
Ulteriore proroga per l’entrata in vigore del Decreto Balduzzi sulla presenza obbligatoria dello strumento salvavita e di personale non medico qualificato al suo utilizzo nelle strutture sportive
Peschini: “Amareggiato dal rinvio. Coni e Regione Marche continueranno comunque a favorire l’adeguamento degli impianti con interventi ad hoc. Non a caso fino al 31 ottobre sarà aperto il bando regionale per l’accesso ai contributi pubblici per l’acquisto dell’apparecchio”
Prorogati ancora i termini per dotare le strutture sportive di defibrillatori semiautomatici esterni. Le società e le associazioni sportive avranno ora tempo fino al 30 novembre prossimo per mettere in regola gli impianti dove svolgono la loro attività. A deciderlo è stato il Ministero della Salute, in accordo con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’atto è arrivato a ridosso della data in cui sarebbe dovuto entrare in vigore, tassativamente, il così detto Decreto Balduzzi, quello che impone, appunto, agli operatori sportivi di garantire la presenza dello strumento salvavita all’interno degli impianti sportivi che gestiscono, insieme a personale non medico formato al suo uso.
Nulla di fatto anche questa volta, però. Arriva un nuovo rinvio per l’applicazione delle disposizioni datate 2013. Il Ministero mette a disposizione altri quattro mesi per mettersi in regola.
Intanto nelle Marche, grazie all’intervento congiunto di Regione e Coni Marche, sono già 691 i defibrillatori comprati grazie anche a contributi pubblici. Contemporaneamente, inoltre, si stanno svolgendo i corsi di formazione presso i centri specializzati per l’accreditamento del personale non medico al quale sarà affidato l’utilizzo dell’apparecchio, per i quali la Regione Marche ha messo a disposizione dei voucher. Tutte azioni, dunque, importanti e decisive per favorire concretamente i gestori degli impianti sportivi. Ma non basta. Per questo l’ente regionale ha deciso di emanare un nuovo bando per accedere ai contributi regionali per l’acquisto di defibrillatori semiautomatici esterni, stanziando un fondo di 300 mila euro. Fino alle 13.00 del prossimo 31 ottobre potranno essere presentate le domande per fare richiesta del finanziamento. Una misura, quest’ultima, che si aggiunge a quella già adottata da Palazzo Raffaello nei mesi scorsi, con uno stanziamento di 400 mila euro, e che ha già consentito l’acquisto da parte delle società sportive di quasi 700 apparecchi salvavita.
Il Coni Marche è stato capofila per l’applicazione della nuova norma ministeriale, che impone oltre alla presenza dell’apparecchio in tutte le strutture sportive, anche quella di personale autorizzato ad utilizzarlo durante allenamenti e gare. “La sicurezza sui luoghi di sport è da sempre una priorità per il Coni, che si è sempre impegnato concretamente in tal senso – ha affermato il presidente del Comitato regionale delle Marche, Germano Peschini –. Sono amareggiato, dunque, di questa ulteriore proroga decisa dal Ministero. Dal canto nostro – ha proseguito – insieme alla Regione Marche, continueremo, come fatto finora, a fare il massimo affinché tutte le strutture sportive del territorio siano a norma al più presto. È dimostrato, infatti – ha spiegato –, che una defibrillazione precoce, per le persone colpite da arresto cardiaco extra-ospedaliero, spesso rappresenta il sistema più efficace per garantire le maggiori percentuali di sopravvivenza. Particolarmente importante risulta, quindi, incentivare la disponibilità di defibrillatori nei luoghi dove si pratica attività fisica e sportiva, essendo l’arresto cardiaco più frequente che in altri contesti”.
Ma chi può accedere ai nuovi contributi? Enti locali in forma singola o associata, in qualità di soggetti proprietari o gestori di impianti sportivi, il Comitato regionale del Coni Marche, del Cip e le federazioni sportive, gli istituti scolastici e le Università delle Marche, le società e le associazioni sportive affiliate a federazioni sportive o discipline associate o enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni o dal Cip.
Tutti i soggetti richiedenti, al momento della presentazione della domanda, devono: non avere finalità di lucro, essere dotati di codice fiscale o partita iva, essere riconosciuti dal Coni o dal Cip e possedere un attestato di formazione all’uso del defibrillatore, o dichiarare l’impegno all’ottenimento della certificazione attraverso un corso di formazione presso un centro abilitato.
L’importo del contributo regionale erogabile ai soggetti aventi diritto sarà pari al 60% della spesa sostenuta per l’acquisto del defibrillatore e comunque non superiore a 600 euro per ogni apparecchiatura - che deve essere marcata CE come dispositivi medici ai sensi della vigente normativa comunitaria e nazionale (Dir. 93/42/CEE, D.Lgs. 46/97) - che dovrà risultare acquistata nel periodo tra il 1° gennaio ed il 30 novembre del 2016.
Presentato il volume che raccoglie le imprese dei protagonisti sportivi delle Marche alle Olimpiadi londinesi che hanno regalato alla regione il più alto numero di medaglie nella storia dei Giochi
Ottanta pagine di immagini e parole per imprimere indelebilmente nella storia le imprese degli atleti, dei tecnici e dei medici marchigiani alle Olimpiadi di Londra 2012. È tutto questo il secondo volume de “le Marche a 5 Cerchi” di Andrea Carloni, presentato ieri, 18 luglio, all’evento organizzato dal Coni Marche nello splendido scenario della terrazza del Seeport Hotel di Ancona gremita di campioni e personalità dello sport locale e nazionale. Un aggiornamento del primo, e più corposo, libro del 2011, scritto sempre dal giornalista Carloni, che raccoglieva 116 anni di storia dei Giochi olimpici e paralimpici, ma non meno significativo per lo sport e le Marche. L’Olimpiade di Londra, protagonista della pubblicazione è stata, infatti, quella che ha portato in regione il più alto numero di medaglie della storia dei Giochi. Otto in totale, a partire dalle due di Elisa Di Francisca (due ori), le due di Valentina Vezzali (un oro e un bronzo), l’argento di Massimo Fabbrizi e i bronzi di Emanuele Birarelli, Andrea Bari e Samuele Papi. Spazio anche alle gesta di Filippo Magnini, Julieta Cantaluppi, Paolo Ottavi, Filippo Maria Baldassarri, Michele Regolo e Gianmarco Tamberi. E nei Giochi paralimpici un oro (Assunta Legnante), un argento (Giorgio Farroni) e le partecipazioni di Riccardo Scendoni e Andrea Cionna. Proprio questi straordinari successi hanno spinto l’autore a scrivere questo nuovo capitolo de “Le Marche a 5 Cerchi”, nato, come anche il precedente, grazie alla collaborazione di Coni Marche, Regione Marche ed Ubi Banca. Ha spiegato Carloni: “Può sembrare strano un aggiornamento dopo così poco tempo dal primo volume, ma i brillanti risultati ottenuti nei Giochi londinesi del 2012, imponevano un simile lavoro”. La pubblicazione, edita da Tecnoprint, ha ricevuto il plauso del vicepresidente vicario del Coni, Giorgio Scarso, presente all’evento, che ha ricordato l’impegno del Comitato regionale delle Marche nella promozione dello sport sin dalle fasce più giovani della popolazione. Attività al centro anche dell’azione della Regione Marche, come sottolineato dal presidente Luca Ceriscioli. “Lo sport ha in sé i valori più importanti che fondano una comunità – ha detto –. Valori fondamentali nella formazione dei ragazzi. Un chiaro esempio di questo lo abbiamo avuto con i recenti Giochi della Macroregione, che hanno dimostrato come questa entità non è un’istituzione di burocrati, ma una società vera, concreta, fatta di persone, in primis dai giovani”. Il pensiero del presidente è andato poi a Gianmarco Tamberi, che ha dovuto dire addio ai giochi per un infortunio alla caviglia. “Faccio a lui un in bocca al lupo speciale con la speranza che il sacrificio di oggi fortifichi lo spirito dell’atleta per soddisfazioni future”.
Numerosi i campioni marchigiani presenti, dalla più piccola Letizia Cicconcelli e Paolo Ottavi, entrambi ginnasti, a Simone Barontini della Sef Stamura, Filippo Baldassarri, Edoardo Libri, Michele Regolo, Claudia Rossi, Alberto Rossi e Giorgia Speciale per la vela, i campioni della pallavolo Andrea Bari ed Emanuele Birarelli, in procinto di volare in Brasile. E ancora i giovani campioni della scherma, Francesco Ingargiola e Tommaso Marini e quelli del golf, Kevin Latchayya e Flavio Michetti.
Rammarico per l’assenza comunicata all’ultimo della plurimedagliata campionessa olimpionica di scherma Valentina Vezzali, alla quale il Coni Marche avrebbe dovuto consegnare un premio alla carriera.
A portare il saluto ai tanti protagonisti dello sport marchigiano, non solo gli atleti, ma anche tecnici ed allenatori - tra cui la già campionessa olimpionica Giovanna Trillini ed Annalisa Coltorti - medici, fisioterapisti, dirigenti, giornalisti, il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli, il prefetto di Ancona Antonio D’Acunto, il presidente del Coni Marche Germano Peschini, il componente della Giunta nazionale del Coni Fabio Sturani.