Pasquali Mondiale. Dalla sua Ascoli al campo del Forum d'Assago di Milano per la finale del Campionato del Mondo di volley femminile. Fabrizio Pasquali ha diretto come primo arbitro il match decisivo tra Stati Uniti e Cina. Pasquali è così il degno erede della famosa scuola di arbitri marchigiani, della quale si ricordano Vildo e Sergio Gelli, Luciano Gaspari e Massimo Cinti.
Non solo atleti dunque, a testimoniare l'eccellenza delle Marche nello sport anche la capacità e l'alta professionalità dei tecnici come Pasquali. Quello del Mondiale solo l'ultimo successo per lui che aveva già condotto la finale della World League e la finale scudetto del campionato maschile.
Dagli spalti del Forum d'Assago, il tifo delle Marche. "Fabrzio sul seggiolone del mondo", gridava lo striscione preparato per lui dai colleghi marchigiani che lo hanno sostenuto durante la prova Mondiale, superata a pieni voti.
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Ospite d'eccezione a Senigallia per festeggiare il venticinquesimo anniversario del Club Scherma di Montignano Marzocca Senigallia. A ricordare la fondazione del Club grazie all'opera del Maestro Ezio Triccoli, il CT della Nazionale di Spada e medaglia d’oro alle Olimpiadi di Atlanta del 1996, Sandro Cuomo.
Una sala gremita di persone ha accolto il Commissario Tecnico della Nazionale Italiana alla Rotonda a mare di Senigallia,
alla presenza del Sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi e delle autorità sportive, Fabio Sturani, Presidente del Coni Marche e Stefano Angelelli, Presidente del Comitato Regionale FederScherma Marche.
Rapiti dalle parole del campione olimpico, i giovani atleti della compagine schermistica locale. Cuomo ha ripercorso le tappe della sua brillante carriera internazionale, raccontando anche aneddoti e ricordi personali, come quello del rapporto con il padre durante le gare o quello, ben più difficile, con i professori che non vedevano di buon occhio le sue numerose assenze per impegni sportivi. Una grande lezione di sport e di vita che ha coinvolto ed emozionato anche i genitori dei campioni in erba e il folto pubblico intervenuto alla serata. Un grande esempio di umanità, sensibilità e alto senso dei valori, questo hanno colto gli atleti e il pubblico che affollava la sala dalle parole del campione olimpico che non ha mancato di rivolgere un appello forte ai genitori che spesso gravano i propri figli di aspettative eccessive, privandoli di un sano e sereno approccio allo sport.
A fine serata la Società di scherma ha donato a tutti i giovani atleti presenti il libro “Una vita in pedana” in cui Sandro Cuomo racconta ad un pubblico ideale di bambini l’impegno quotidiano che occorre per diventare campioni in una disciplina come la scherma, in cui la fisicità deve trovare il punto d’incontro con la psiche, in un gioco di equilibrio teso al controllo del corpo e della mente.
Da Ufficio Stampa Club Scherma Montignano Marzocca Senigallia A.s.d.
Nuovo corso della Scuola Regionale dello Sport Marche, in collaborazione con il Comune di Senigallia, per apprendere tutto ciò che c'è da sapere sulla gestione degli impianti sportivi. Un'attività che presuppone professionalità, competenza e conoscenze specifiche e che non può essere lasciata all'improvvisazione.
Il seminario: "La gestione degli impianti sportivi: quali obblighi e responsabilità per i gestori" si terrà sabato 25 ottobre, a partire dalle 8.45 a Senigallia, nello scenario della Rotonda a Mare e si concluderà alle 14.
Si tratta del secondo ed ultimo appuntamento, dopo quello del 27 settembre scorso, centrato sull'affidamento degli impianti sportivi, voluto dalla Scuola Regionale delle Sport per promuovere un corretto utilizzo delle strutture sportive pubbliche da parte di enti, associazioni e società sportive a favore della comunità e degli stessi gestori.
Relatori del seminario:
Avv. Barbara Agostinis - Avvocato e Docente di Scienze motorie Università di Urbino "Carlo Bo", Docente SRdS Marche
Ing. Antonio Bruno - Responsabile del servizio di Prevenzione e Protezione per tutte le sedi nazionali di Coni e Coni servizi Spa
Prof. Avv. Lina Musumarra - Avvocato e Docente di Diritto dello Sport, Università Luiss Guido Carli, Roma
Ing. Francesco Romussi - Consulente impianti sportivi e gestione patrimonio Coni Servizi
Avv. Mario Vigna - Avvocato, Vice Procuratore Capo della Procura Antidoping del Coni e cultore della materia in Diritto internazionale
Dott. Giuliano Sinibaldi - Dottore commercialista e consulente enti non profit e Coni
La proposta contenuta nel progetto educativo "La Buona Scuola" presentato il mese scorso dal presidente del Consiglio Matteo Renzi di inserire in maniera
organica un'ora a settimana di attività sportiva e motoria nella scuola primaria è UN'ECCELLENTE NOTIZIA per il Paese, per la scuola e soprattutto per i ragazzi.
In Italia, se vogliamo costruire una cultura sportiva VERA e NUOVA non possiamo che partire dalla scuola primaria.
È bene ricordare che siamo l'unico paese europeo che ancora non ha tra le materie curriculari l'educazione fisica nella scuola primaria, ma viene
inserita nei vari POF.
L'Italia è l'ultimo paese in Europa per numero di ragazzi che praticano sport e attività motoria, dove la sedentarietà raggiunge il 38% della popolazione; di
converso siamo il paese con il più alto numero di bambini obesi e in sovrappeso con il 33%. Questi due dati sono le facce della stessa medaglia. E la nostra regione sta nella media nazionale.
Nella ricerca CONI ISTAT è stato calcolato che ad ogni aumento di un punto percentuale di praticanti sportivi corrisponde un risparmio di 200 milioni di euro al Paese di minori spese sanitarie e sociali.
Quindi bene il progetto "La Buona Scuola".
Ma se è possibile avanzare proposte, come tra l'altro richiesto dal Governo, vorrei portare qualche contributo.
PRIMO: il progetto prevede un'ora alla settimana di educazione fisica dalla seconda alla quinta della scuola primaria. Ma perché non iniziare anche dalla prima? D'altronde ci sono studi, esperienze e progetti in Italia, ed anche nelle stesse Marche, che prevedono già l'attività motoria a partire dalla prima classe della primaria e addirittura anche dalla scuola materna (vedi studio dell'Università di Mantova ed esempio Provincia di Macerata).
SECONDO: il progetto prevede solo un'ora settimanale di educazione fisica. In Europa ci sono paesi che già realizzano, nella scuola primaria, almeno due o tre ore di attività sportiva a settimana. Ad esempio in Francia si fanno 108 ore all'anno di educazione fisica nella scuola elementare e 144 ore nelle scuole medie (cioè 3-4 ore alla settimana). In Svizzera, sempre nella scuola primaria, si svolgono almeno 30 minuti al giorno di attività motoria e sportiva. Visto che si parla di un progetto educativo rivoluzionario perché non prevedere ALMENO le due ore settimanali?
TERZO: per attuare questo progetto abbiamo bisogno di personale qualificato come i laureati in scienze motorie e diplomati ISEF che affianchino l'insegnante della scuola primaria. Non basta la buona volontà degli insegnanti di scuola primaria. Per coprire il fabbisogno nazionale ci vogliono 12.000 docenti.
In questi ultimi anni sono stati avviati progetti sperimentali che hanno cercato di costruire un'alternativa a questo ritardo culturale ed educativo di 60 anni del Paese; progetti con la partecipazione del CONI, del Miur, del Dipartimento dello Sport e degli enti locali.
Nelle Marche abbiamo avuto la presenza attiva anche della Regione; coinvolgendo, per un solo quadrimestre, la metà delle classi della scuola primaria. Ora dobbiamo fare un salto. Dobbiamo investire sui giovani. Dobbiamo investire sullo sport, cioè sul futuro del Paese. Consapevoli che ogni euro investito sullo sport significa poter risparmiare almeno 5 euro sulle spese sociali e sanitarie future del Paese. Tra le maggiori spese de "La Buona Scuola" ci devono essere anche gli insegnanti di educazione fisica e motoria.
Dove trovare le risorse? Ecco altre tre proposte.
A- aumento aliquote fiscali per video giochi on line come i video poker (oggi pagano meno dell'1% di tasse)
B- far pagare la IUC è la TASI anche alle attività commerciali degli enti ecclesiastici
C- destinare lo 0,5% del fondo sanitario assegnato alle regioni per i progetti di prevenzione sui giovani (anche qui è bene ricordare che a fronte di un 5% del fondo nazionale sanitario da destinare alla prevenzione, previsto dal ministero, le regioni spendono meno del 2%).
Per concludere:
Lo sport deve essere un diritto per tutti (e non solo per i giovani) consapevoli che lo sport è parte integrante delle politiche educative e di welfare locale.
Fabio Sturani
Presidente Coni Marche e componente Giunta nazionale